Enrico Coleman è stato il principale protagonista della Scuola pittorica di paesaggio a Roma nel XIX secolo, le sue opere sono presenti nelle collezioni di vari musei nazionali ed internazionali, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che recentemente ha esposto il dipinto Centauri nella mostra Panorama XIX.
Nato a Roma il 25 giugno 1846, Enrico era figlio del pittore inglese Charles Coleman e di Fortunata Segatori, una modella originaria di Subiaco. Erede del Grand Tour, Enrico Coleman, ha influenzato profondamente l’ambiente artistico romano del tempo, insieme a suo padre e maestro Charles, che fino dall’infanzia lo coinvolse nelle sue frequenti escursioni nei dintorni di Roma portandolo a sviluppare una profonda sensibilità verso la natura, che divenne il suo tema privilegiato. Si dedicò soprattutto al paesaggio, trovando ispirazione nella campagna romana e ritraendone con precisione botanica molte delle orchidee spontanee. Queste opere sono conservate all’Istituto Centrale per la Grafica, dove è custodito l’album intitolato ironicamente “Orchideomania Birmana”, contenente gli 88 acquerelli che sono ora una preziosa testimonianza della biodiversità in Roma nell’Ottocento.
Il lavoro di Silvia Cini dialoga nel tempo con quello di Enrico Coleman, l’artista compie oggi con il progetto Avant que nature meure, una mappatura delle orchidee spontanee a Roma, basata anche sugli acquerelli dal vero di queste eseguiti da Coleman, ognuno recante l’indicazione del luogo di fioritura.
Le opere dei due artisti si riuniranno all’Istituto Centrale per la Grafica, luogo in cui confluiranno le opere realizzate da Silvia Cini con il progetto Italian Council.
Per approfondire consultare il sito dell’Istituto Centrale per la Grafica.